bonjour, je doit faire un texte avec une introduction et une conclusion en Italien, le sujet et : In che la famiglia italiana è cambiata da ieri ad oggi?​

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Réponse :

È umiliante per chi nasce in Italia essere considerato straniero fino alla maggiore età. Infatti, i bambini nati da genitori stranieri non sono ufficialmente italiani fino all'età di 18 anni. Mettiamo da parte le differenze etniche e religiose spesso usate per contrapporre l'una all'altra, e guardiamo più da vicino come questi giovani vivono quotidianamente. Sono come gli altri, anche se lo Stato ha difficoltà a concepirli. Frequentano le scuole italiane. Come gli italiani, prendono il diploma di maturità, prendono la patente di guida e fanno lavori strani per guadagnare un po' di soldi. Alcuni vanno all'università, altri non ne vogliono sapere, come i figli degli italiani. All'università inseguono sogni e passioni, proprio come i loro colleghi. Alcuni ci riescono, altri no, come gli italiani. Ma quando vogliono lasciare il territorio italiano e viaggiare in Europa, non possono farlo perché diventano stranieri. Eppure sono nati in Italia. Cosa hanno meno dei bambini italiani? È difficile da dire.

Sul loro comodino si possono trovare libri di grandi autori occidentali, fumetti alla moda, magari a volte una copia del Corano, anche se la maggior parte di loro non vuole sentire parlare di religione, come fanno i giovani italiani. Con le cuffie avvitate in testa, ascoltano cantanti italiani ma anche artisti di paesi vicini o lontani e a volte anche quelli amati dai loro genitori. In termini di comunicazione, sono in perfetta sintonia con i giovani italiani: i loro telefoni squillano e vibrano costantemente.

Questi "giovani italiani" stanno cambiando l'Italia, e non necessariamente in peggio. Ma non ce ne rendiamo conto, o vediamo solo l'aspetto negativo che, in ogni caso, esiste in ogni realtà umana.

C'è molto da fare per l'integrazione sociale. Ed è così facile essere xenofobi e razzisti. Questo è il lavoro che paga il meglio oggi e che offre anche carriere politiche internazionali. Per questo, non c'è bisogno di avere grandi visioni o chiaroveggenza, basta seguire l'istinto degli europei insoddisfatti, e il gioco è finito. D'altra parte, per lavorare per l'integrazione dei popoli, ci vuole pazienza, intuizione, accettazione degli altri, conoscenza della storia e una ragionevole dose di utopia.

Per tutti questi motivi, sono lieto di annunciare un grande evento che si terrà a Parigi l'11 novembre: il Gruppo INCANTO presenterà il suo show ITALIANS, quand les émigrés c'était nous, alla Maison de la Mutualité (vedi pag. 28). Un'intera giornata di riflessione, testimonianze e musica sul tema dell'emigrazione, organizzata dalla rivista RADICI e dai suoi storici sponsor, tra cui Harmonie Mutuelle, che da sempre incoraggiano le nostre iniziative. La giornata inizierà con un Colloquio con il supporto del Museo Nazionale di Storia dell'Immigrazione e con il patrocinio dell'Ambasciata d'Italia in Francia e del Consolato Generale d'Italia a Parigi. Parleremo dell'Italia di ieri, dell'Italia dell'emigrazione, ma anche dell'Italia di oggi, che sta imparando a vivere con questi "nuovi italiani". Esporremo l'Italia anche all'estero, ricca di personalità che, nel mondo della cultura e dell'industria, hanno portato conoscenza e prosperità alla Francia. A questo progetto hanno aderito storici, semplici testimoni, cineasti, artisti e prestigiosi collaboratori della rivista RADICI.

Alla fine della giornata sarà reso omaggio alla musica tradizionale e popolare, con un patrimonio di canti unico nel suo genere, che racconta così bene l'epopea, non così antica, degli innumerevoli italiani che si sono recati all'estero. Lo spettacolo ITALIANS, quand les émigrés c'était ha ricevuto quest'anno la prestigiosa etichetta Regina Cristina Europa premiata dall'omonima fondazione di Stoccolma, partner ovviamente della serata, ma anche di un prossimo tour europeo. Speriamo di vedervi in tanti, perché questa giornata sarà un momento di festa, un inno alla tolleranza e alla solidarietà. C'è ancora così tanto da fare e dobbiamo impegnarci in questa società assetata di buone notizie.

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